Tutti sappiamo leggere le parole, nessuno sa leggere la mente.
Scrivere ciò che penso è spaventoso, significa renderlo pubblico, visibile, pronto al giudizio degli altri. Ciò che scrivi resta lì, impresso, è una dichiarazione da cui non puoi scappare; nasconderlo tra i pensieri invece, ti permette di ricordare ogni volta in modo nuovo, di ‘spolverare’ quando vuoi e di far ‘sparire’ quando non sei in grado di gestirti.
Mi sono persa tra le strutture di mille Camille incapaci di fare i conti con il proprio passato e la propria storia, effettivamente perché questa ‘storia’ non l’ho mai raccontata, anzi, non me la sono mai raccontata.
L’ultima serie delle mie installazioni chiamate Easy and Effective! (2019-2020) sembra quasi proporre una conclusione a questa ricerca: un universo parallelo dove siamo capaci di cancellare quello che desideriamo dalla nostra memoria, possedendo quindi il controllo sul tempo, sugli effetti delle nostre decisioni, e sugli sbagli.
In un certo senso diventa quasi inutile scegliere durante la nostra vita perché in caso di ‘errore’, si ha la possibilità di attuare una pulizia ‘cache’, liberandoci dalla paura del futuro, del passato e delle opinioni degli altri.