Ti aspettiamo martedì 21 maggio alle 18.00 al Pastificio Cerere – Aula Scultura per un Talk con Christophe Constantin, Art director at LEMME, e con la performance artist Marta Jovanović, docente e coordinatrice del dipartimento Arti Visive RUFA. Il talk si svolgerà in lingua inglese.
Come attore centrale della scena alternativa e indipendente italiana, Christophe Constantin ci offre una visione panoramica dell’arte contemporanea in Italia e delle possibili alternative riguardanti l’organizzazione delle mostre e il funzionamento del settore artistico.
Partendo dal presupposto che la scena artistica alternativa, in particolare attraverso spazi culturali indipendenti come gli off-space, assume un ruolo cruciale nella promozione dell’arte e della cultura, è evidente che spesso sia grazie a iniziative collettive che si anima e si arricchisce il tessuto artistico a livello regionale e nazionale.
Durante la discussione, si esplorerà come questi spazi possano collaborare e interagire per offrire alternative all’estetica dominante, sostenendo e diffondendo i nuovi talenti e rivedendo il concetto stesso di arte. La creazione di reti collaborative a livello nazionale e internazionale favorisce lo scambio di idee tra gli artisti e gli operatori culturali e stimola una maggiore creatività e innovazione nel settore.
Considerando uno spazio espositivo come un’opportunità strategica, analoga a uno studio creativo, è possibile utilizzarlo come strumento per inserirsi e distinguersi nel panorama artistico regionale, nazionale e internazionale. Roma, con la sua ricchezza di istituzioni artistiche di fama mondiale, rappresenta un ambiente fertile per costruire relazioni e collaborazioni internazionali. Tuttavia, attualmente c’è una carenza significativa sia in termini di qualità che di quantità di spazi espositivi, rendendo imprescindibile ravvivare la scena artistica della città a livello globale, favorendo uno scambio culturale intenso con altre realtà internazionali e contribuendo a rinvigorire la scena creativa locale.
Biografia – Christophe Constantin
Nato in Svizzera nel 1987, Christophe Constantin si è laureato in Bachelor of Arts presso l’ECAV (ora EDHEA) nel 2013.
In seguito, ha proseguito gli studi a Roma, specializzandosi presso la RUFA e conseguendo un Master in scultura. Nel 2016, ha fondato Spazio In Situ, dove ha assunto il ruolo di direttore artistico e curatore sotto lo pseudonimo di Porter Ducrist. Questa molteplice posizione ha avuto un impatto significativo sulla sua concezione e interpretazione delle opere d’arte, plasmando il suo punto di vista sull’arte stessa.Nel 2023 ha organizzato OUT OF RESIDENCY, un ampio programma espositivo volto a creare un collegamento tra Istituzioni straniere come Villa Medici e Villa Massimo e la scena artistica indipendente romana. Tornato in Svizzera, ha assunto il ruolo di co-organizzatore e produttore della Biennale Son, un evento focalizzato sull’arte sonora che ha coinvolto artisti di spicco come Anri Sala, Christian Marclay e Gavin Bryars. Dopo aver trascorso sei mesi alla Fondazione Svizzera a Parigi, è diventato direttore artistico del LEMME, uno spazio dedicato alla scultura nel cuore di Sion, con una programmazione incentrata principalmente sull’Italia.
Attivamente impegnato in mostre presso spazi indipendenti, gallerie e musei in tutta Europa, Christophe presenta regolarmente le sue opere sia in mostre personali che collettive. Nel suo ruolo di curatore, promuove numerose iniziative con artisti provenienti da diverse sfere culturali, sempre alla ricerca di un dialogo e confronto tra opere e artisti.
La sua pratica artistica sfida i limiti dell’arte, concentrandosi sulla rivalutazione delle norme tradizionali e dei dogmi convenzionali. La sua espressione artistica rivela spesso un contrasto tra una sottile ironia e un senso di banalità, oltre a tratti di sublimazione romantica.L’artista si descrive come un “semionauta”, un viaggiatore tra i segni che utilizza le informazioni e i simboli del nostro tempo per ciò che essi sono. Desideroso di rappresentare la contemporaneità, si configura come un moderno flâneur che si muove attraverso una serie di stimoli, interagendo con il suo tempo nella sua essenza più pura. L’artista italo-svizzero desidera riscrivere i classici dell’arte, smontandoli e lasciando trasparire solo un sottile ricordo della loro originalità, enfatizzando la banalità e la non spettacolarità delle sue opere.