Dal 16 settembre, con l’opening fissato alle 18.30, e fino al 24 ottobre, presso lo spazio Curva Pura in via Giuseppe Acerbi 1a a Roma, sarà possibile ammirare l’opera concettuale del docente RUFA della Scuola di arti visive Davide Dormino dal titolo “Quello che non ho mai detto”, a cura di Pietro Gaglianò.
Il progetto si focalizza sul processo della creazione artistica, sulla condizione dell’artista, sulla sua solitudine, sulla vita dell’opera e sulla necessità dello sguardo esterno per la sua esistenza. Tutto questo viene sintetizzato in una imponente scultura che occupa la galleria e lascia al pubblico la facoltà di scegliere se intraprendere un viaggio per conoscerla, oppure no. Questo oggetto, che ha quasi l’aspetto di una tetragona asserzione, cela una natura interrogante, una professione di dubbio da parte dell’artista.
A rappresentarsi è il legame profondo e condiviso che intreccia intimamente il percorso artistico di Davide Dormino con quello dello spazio indipendente Curva Pura che, nello sposare e promuovere “Quello non ho mai detto”, conferma la sua particolare e ardita visione del contemporaneo.
“Il primo sguardo – scrive Pietro Gaglianò – innesca una ramificata gamma di riferimenti che comprende i monumenti megalitici della preistoria, la Land art e, naturalmente, l’enigmatico monolite di Stanley Kubrick in “2001: Odissea nello spazio”. La scultura che quasi s’incastra nell’architettura preesistente, avvicinandola ai suoi spigoli, ai suoi angoli, fino al rischio dell’ostruzione o della collisione, si presenta all’osservatore con un analogo carico di tensione e una forza, silente e interrogante. Il volume mette in gioco una potenziale conflittualità fisica, quasi aggressiva, con la sua geometria inespugnabile, con la superficie continua, compatta e apparentemente impenetrabile. Un’ostilità che coesiste con una certa idealità dell’opera. L’opera così osservata, è una forma che continua ad accadere, come le strutture arcaiche e futuribili menzionate in apertura si sottrae al tempo, ricomincia a ogni passo ma senza ripetersi”.
La ricerca di Davide Dormino si esprime principalmente attraverso la scultura e il disegno, sperimentando nuove forme attraverso le possibilità liriche e plastiche di materiali come il marmo, il bronzo e il ferro. Nei suoi lavori di arte pubblica troviamo una ricerca di monumentalità (“Poltergeist”, 2019) e di presa di possesso dello spazio (“Naviganti_Monumento all’immaginazione”, 2017). In ogni suo lavoro, inoltre, compare una ricerca di senso attraverso il riferimento a tematiche imprescindibili per l’uomo (“Atlante”, 2019). Ha realizzato opere ambientali in Italia e all’estero tra cui “Breath” nel 2011, per incarico delle Nazione Unite, ed “Anything to say?”, 2015, una scultura itinerante dedicata al coraggio e alla libertà d’espressione che ha iniziato il suo percorso da Berlino (Alexanderplatz) l’1maggio 2015, spostandosi poi a Dresda (Theatrerplatz, Ostrale), Ginevra (Place des Nations), Parigi (Place Georges Pompidou), Strasburgo (Place Klèber), Tours (Gare de Tours), Perugia (Piazza IV Novembre), Belgrado (Dev9t Festival), Ptuj-Slovenia (Art Stay Festival), Roma (Piazzale Aldo Moro), Spoleto (Piazza Campello), Berlino (Brandenburger Tor), Bruxelles (Place de la Monnaie), Cologne (Köln Cathedral), Geneva (Bain de Paquis).