Quali potranno essere le sensazioni di chi fino allo scorso anno ha contribuito a colmare una delle piazze più suggestive di Roma ed ora si trova, all’improvviso, sulla riva opposta, per fare in modo che il proprio lavoro ed impegno contribuiscano a generare nuove emozioni e trasformare in indimenticabile un evento che, nella continuità, si rinnova di edizione in edizione? Il concerto del Primo Maggio, che avrà luogo in piazza San Giovanni in Laterano, nel cuore della Capitale, annovera una task force speciale e fortemente motivata: un gruppo di studenti RUFA, coordinati da un triumviro di docenti, supporteranno l’organizzazione di quello che, per preciso volere della Cgil, Cisl e Uil, resta “il più grande evento gratuito di musica dal vivo in Italia”. Nato nel 1990, il “concertone”, per utilizzare una terminologia che si ricollega alle prime edizioni, vuole essere una maratona musicale e un programma televisivo finalizzato non solo all’aspetto culturale intriso nella musica stessa, ma anche ai contenuti sociali. Per fare ciò la contemporaneità del linguaggio deve raggiungere livelli elevatissimi, legandosi agli aspetti tecnologici e di comunicazione che sono alla base dei processi formativi proposti dalla Rome University of Fine Arts. Per raggiungere tale obiettivo l’Accademia ha siglato un accordo di partenariato con il gruppo “iCompany” che gestisce il flusso organizzativo ed artistico dell’intera kermesse.
Partendo da questo scenario, troveranno “sistemazione”, nel complesso impianto scenografico, i “visual effects” che progetteranno gli studenti diretti da Pietro Ciccotti. Il concerto del Primo Maggio ha bisogno di essere diffuso non solo dal punto di vista acustico, ma anche da quello visivo. Buona parte del pubblico non riuscirà ad arrivare fin sotto al palco, ma il coinvolgimento emozionale, anche per chi assiste dalle aree più lontane, deve essere massimo. In questo processo l’utilizzo dei ledwall diventa fondamentale. I contenuti che accompagneranno lo scorrere delle note, consentiranno dunque di far agire sinergicamente il lato visual con la musica e le parole.
Gli allievi Rufa di cinema, guidati da Christian Angeli, gireranno un “dietro le quinte” di 8 minuti che racconterà le varie fasi che precedono l’evento del Primo Maggio e, ovviamente, la grande giornata del concerto. Il loro sguardo darà importanza al lavoro sostenuto da tutti coloro che, in modo spesso invisibile, rendono concreta e appassionante questa manifestazione, nella consapevolezza che nessuna star sul palco potrà mai dare il massimo senza il contributo di questi lavoratori silenziosi.
Non meno impegnativo il compito degli iscritti ai corsi di fotografia. Sotto la sapiente guida di Alessandro Carpentieri toccherà a loro preservare nel tempo, attraverso l’eternità delle immagini, ciò che accade non solo tra le quinte, ma anche “on the stage”, raccogliendo le espressioni, le attese, le speranze di chi vive il Primo Maggio nella sua essenza.
Una triplice “Rufa – experience” che servirà come modello di riferimento futuro per entrare nell’ottica di gestione, programmatica ed artistica, di un evento complesso quale è il Primo Maggio. «Un’attività – sottolinea il direttore RUFA, Fabio Mongelli – che declina il claim proposto dagli organizzatori per descrivere l’andamento del concerto: trasversalità, coraggio e follia. Gli studenti Rufa, indirizzati da tre docenti di grandissimo spessore, metteranno in campo non solo competenze e voglia di fare, ma si troveranno nella condizione di autodeterminarsi, di incidere nel flusso organizzativo, di ragionare e di intraprendere sentieri inesplorati, se necessario, con il solo obiettivo di mostrare sé stessi tramite la propria arte».
Studenti: Alessandra Altieri, Nadezhda Aksenova, Giada Cicchetti, Martina Coralli, Eduardo De Matteis, Mattia Lucia De Nittis, Anna Di Paola, Vanessa Fedele, Marta Ferro, Giuseppe Funnone, Andrea Iosa, Cristina Lubas, Nicolò Marano, Manuel Mejia, Miriam Mostile, Andrea Mattia Palmieri, Elisa Petrelli, Emanuele Ricci, Claudia Rolando, Pietro Santovetti, Alessio Spigola, Domenico Natale Zangaro.