Joyce Kozloff, incontro con l’artista.

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JOYCE KOZLOFF, INCONTRO CON L’ARTISTA STATUNITENSE.
A cura della prof.ssa Genny Di Bert.

Giovedì  13 febbraio 2014, alle ore 10.00, presso l’Aula Magna della Rome University of Fine Arts si terrà l’incontro con l’artista statunitense Joyce Kozloff.
L’iniziativa è curata dalla prof.ssa Genny Di Bert, che ospiterà l’autrice durante il suo corso di Storia dell’Arte, e s’inserisce nel programma del Governo Americano / Dipartimento di Stato denominato “Art in Embassies” (Arti nelle Ambasciate) attraverso il  quale artisti selezionati espongono alcuni lavori presso le rappresentanze americane di tutto il mondo e creano sinergie culturali con i Paesi ospitanti.

Joyce Kozloff nasce nel 1942 a Somerville, New Jersey. Nel 1964 consegue la laurea in Fine Arts al Carnegie Institute of Technology, Pittsburgh, e nel 1967 il Master Fine Arts alla Columbia University, New York. Attiva nell’ambiente artistico femminista dal 1970, sia a Los Angeles che a New York, è tra le fondatrici della pubblicazione collettiva Heresies. Nel 1970 Kozloff ottiene la sua prima mostra personale, alla galleria Tibor de Nagy, New York. Negli anni ’70 Kozloff è figura centrale del movimento Pattern and Decoration, che fra i primi riabilita i motivi e le forme delle cosidette «arti minori» – in particolare non-occidentali e pre-industriali – e li pone sullo stesso piano di quelli presenti nei movimenti modernisti di matrice eurocentrica. An Interior Decorated (Un interno decorato), installazione a misura domestica che include stoffe serigrafate, pavimento a piastrelle dipinte e pilastri di ceramica, viene adattata a quattro spazi espositivi diversi tra il 1978 e il 1980, provocando reazioni controverse. Dal 1979 Kozloff espande le sue installazioni nel dominio pubblico, rendendole più grandi e accessibili, e realizzando un numero complessivo di sedici lavori su commissione. I luoghi d’intervento includono il terminal internazionale dell’aeroporto di San Francisco, 1983; la stazione metropolitana di Harvard Square, Cambridge, MA, 1985; l’aeroporto nazionale di Washington, DC, 1997; il Chubu Cultural Center and Museum di Kurayoshi, Giappone, 2001; e il consolato degli Stati Uniti a Instanbul, Turchia, 2003. Le installazioni, realizzate in mattonelle di ceramica smaltata e mosaico di vetro e marmo, traggono la loro iconografia dalla cultura popolare, dall’architettura e dal design locali. Nel 1985 la Boston University Art Gallery inizia una retrospettiva itinerante del lavoro di Kozloff, «Visionary Ornament» (Ornamento visionario), che evidenzia i suoi progetti pubblici. Nati come antidoto alle restrizioni imposte dalle commissioni pubbliche, gli acquerelli che Kozloff chiama umoristicamente «pornaments» (pornamenti) sono una fusione di tradizioni decorative ed erotiche, pubblicati col titolo di Patterns of Desire (New York: Hudson Hills Press, 1990). Il suo secondo volume, Boys’ Art (New York: Distributed Art Publishers, Inc., 2003), è una riflessione sulla guerra e la virilità, in cui Kozloff ci restituisce intricate battaglie militari, attraversate da supereroi miniaturizzati derivati dai disegni d’infanzia del figlio dell’artista. Da quindici anni a questa parte, Joyce Kozloff si è concentrata sulla cartografia, introducendo nei suoi simulacri di antiche mappe mutazioni che sollevano problematiche di natura geo-politica. Questi lavori tracciano la topografia del potere attraverso l’espansione storica delle nazioni colonialiste. Nel corso delle recenti e attuali guerre in Afganistan e Iraq, Kozloff è diventata parte attiva del gruppo di artisti contro la guerra, Artists Against the War, con sede a New York, che per mezzo di progetti visivi ed eventi di carattere pubblico cerca di provocare un dibattito sulle politiche governative americane. In Crossed Purposes (Propositi incrociati) le opere di Joyce Kozloff sono presentate per la prima volta assieme al lavoro fotografico di suo marito, Max Kozloff. La mostra, organizzata dal Butler Institute of American Art di Youngstown, Ohio, fra il 1998 e il 2000 viene allestita in otto musei e gallerie universitarie. L’artista è rappresentata dalla DC Moore Gallery a New York dal 1997, dove espone regolarmente. Le sue opere sono parte di numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il Brooklyn Museum, il Museum of Modern Art, il Metropolitan Museum of Art, la National Academy of Design e il Whitney Museum of American Art di New York; la National Gallery of Art, il National Museum of American Art e il National Museum of Women in the Arts di Washington, DC; il Museum of Fine Arts, Santa Fe, NM; l’Indianapolis Museum of Art; l’Albright- Knox Art Gallery, Buffalo, NY; la Neue Galerie Sammlung Ludwig, Aachen, Germany; il Yale University Art Museum, New Haven, CT; il Fogg Art Museum, Harvard University, Cambridge, MA; e il M.H. de Young Memorial Museum, San Francisco, CA. Negli ultimi anni, le opere di Kozloff sono state incluse in molte esposizioni collettive e personali, tra cui «The American Century: Art & Culture 1900-2000, Part II,» Whitney Museum of American Art, New York, 1999; «First Annual Art Biennial – Buenos Aires,» Museo Nazionale, Argentina, 2000; «Pattern: Between Object and Arabesque,» Kunsthallen Brandts Klaedefabrik, Odense, Denmark, 2001; e «Joyce Kozloff: Topographies,» Contemporary Art Center of Virginia, Virginia Beach, 2002. Una retrospettiva di questo periodo, «Joyce Kozloff: Interior and Exterior Cartographies,» inizierà al Purnell Center for the Arts, Carnegie Mellon University, Pittsburgh, PA, 2006, e l’artista sarà rappresentata in «WACK! Art and the Feminist Revolution,» Museum of Contemporary Art, Los Angeles, 2007.

13.02.2014
Via Taro 14

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