I progetti fotografici di Davide Palombo e Michael Trutta sono stati selezionati da PHocus Magazine attraverso la Call “Confini”, un’iniziativa tesa a coinvolgere alcuni degli studenti più meritevoli delle principali scuole di fotografia e cinematografia italiane.
Il tema della Call «Confini»
Esistono confini e limiti geografici, naturali, politici, simbolici ma anche metaforici.
Il limite estremo del mondo, il limite della mente, del sapere, della scienza, il limite tra vita e morte, del lecito, del giusto.
Ove non esiste confine visibile o della mente, si parla di illimitato, sconfinato.
Quando si parla di universo non si riesce a pensare ad un confine.
Così è anche per il mare e il deserto anche se sappiamo che esiste in realtà un confine.
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Un fotogramma può essere un confine che a sua volta contiene confini o in cui si annullano i CONFINI.
Possedere un’immagine di un nostro parente di fatto annulla il confine dell’età e la distanza temporale ma un’immagine può anche contenere storie circoscritte in un determinato e definito spazio.
Tutta la nostra esistenza ha a che fare con l’idea di uno spazio circoscritto. Viviamo, lavoriamo e ci muoviamo in spazi ben delimitati e anche il tempo, che per ragioni di fisica non è mai scisso dallo spazio, tende ad essere delimitato.
Il “Con” prima di Fine lascia pensare che possa esserci aggregazione e non separazione da chi sta al di là, differentemente da quello che molti pensano e dall’uso spesso discriminatorio che si fa di questo termine.
Il limite può creare aggregazione tra coloro i quali stanno all’interno di esso e separazione da coloro i quali si ritrovano al di fuori di esso ma, la parola affine è assai simile e vicina e nessuno può dare per certo che non possa esserci affinità con gli esclusi, almeno fino a che non abbiamo modo di verificarlo.
Confine può quindi essere anche interpretato come possibilità di condivisione e non solo di esclusione.
I PROGETTI SELEZIONATI DEGLI STUDENTI RUFA
«La guardo negli occhi con un sorriso strano» (2021-IN CORSO) di Davide Palombo
Campagne, dune, parcheggi, borghi, il mio mare verde. La noia, uno stato fermo. La provincia ci ha avvolto mentre crescevamo al suo interno. Questo mi ha profondamente legato al tema dei giovani all’interno di determinati contesti urbani. Voglio parlare di quelle sensazioni che trovo lontano dai centri abitati e che si sono confrontate prima con la mia adolescenza, e poi con l’età adulta.
Note tecniche: Davide Palombo ha realizzato il suo lavoro con attrezzatura Hasselblad X1D M1 + XCD45 .
Scopri di più sul progetto di Davide
«punto punto punto» di Michael Trutta
Ho la tendenza ad avere un viscerale bisogno di evadere e fuggire dalla situazioni e dalle persone e mi sono interrogato sulle motivazioni dietro questo mio atteggiamento.
Camminando nel bosco vicino casa, mi sono imbattuto in un portarullino abbandonato con all’interno una pellicola e un foglietto, emergeva dalla terra. Sul pezzo di carta era scritto un messaggio a penna, una lettera d’addio lasciata apparentemente da una persona appena prima di fuggire. Ho subito iniziato a chiedermi chi fosse questa misteriosa persona, dove fosse diretta, perché se ne fosse andata, perché avesse lasciato delle tracce.
Questo progetto è la mia personale indagine fotografica partendo dall’analisi del messaggio e dallo sviluppo della pellicola abbandonata.
Il risultato è un puzzle di immagini, realizzate attraverso still life, fotografie documentarie, materiale d’archivio, appunti, registrazioni da telecamere di sorveglianza, un tentativo di capire, una razionalizzazione del mio inconscio, una riscoperta di un passato che dialoga con un ipotetico scenario futuro.
Perennemente in bilico tra una fiction e un documento.
Note tecniche: Michael Trutta ha realizzato il suo lavoro con attrezzatura Hasselblad X1D M1 + XCD45.