Il progetto fotografico «Habitat 1150» della studentessa di Fotografia Lucrezia Ceselin è stato selezionato per la pubblicazione sul settimanale L’Espresso.
«Habitat 1150 nasce dalla volontà di raccontare come la città di Venezia, che un tempo aveva raggiunto il massimo splendore sotto il dominio della Serenissima, oggi si trovi ad essere esposta al deturpamento e alla corrosione determinata dal moto ondoso, dal turismo di massa e dalla crisi ambientale, dovute all’indifferenza e alle azioni antropogeniche».
La ricerca fotografica dà luce a queste problematiche attraverso l’accumulo e “l’archiviazione” di oggetti raccolti sul lungomare del Lido di Venezia, i quali evidenziano come il mare li accolga portandoli ad una lenta, ma inesorabile metamorfosi rendendoli a lungo andare, parte integrante del mondo sommerso, modificandoli e conservandoli attraverso la sua azione. Una metafora visiva ideale per dimostrare l’agire dell’acqua salmastra sulle fondamenta fragili ed inermi della città.
Alla stessa maniera Habitat 1150 accoglie al suo interno la diversità di reperti portati alla deriva, realizzando un “archivio subacqueo”, portavoce delle problematiche d’inquinamento e delle azioni antropogeniche che con il passare del tempo stanno modificando morfologicamente il territorio lagunare veneziano, portandolo velocemente al suo decadimento.
Habitat 1150 è il termine con il quale l’ISPRA (Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale) fa riferimento all’ambiente acquatico costiero con acque salate o salmastre, poco profonde, caratterizzate da notevoli variazioni stagionali in salinità (in relazione agli apporti idrici, piovosità e evapotraspirazione) e in profondità. Questo habitat coincide con le aree di bassofondale degli ambienti acquatici di transizione, caratterizzati da batimetrie tali da non emergere frequentemente durante le ordinarie basse maree. È un ambiente che risente degli apporti delle acque dolci fluviali e dell’influenza delle acque marine. In Italia l’habitat 1150* copre una superficie di oltre 700 Km2 e la sua distribuzione è diffusa nella maggior parte delle regioni costiere, con una netta prevalenza, in termini di superficie, nelle lagune dell’Alto Adriatico.