Dal 25 aprile al 1 maggio è aperta al pubblico la nuova mostra «Quello che il cielo non mi ha detto», realizzata dagli artisti Amedeo Longo e Sofia Sotto Corona, studenti RUFA di Scultura e Pittura.
Con “Quel che il cielo non mi ha detto”, Amedeo Longo e Sofia Sotto Corona si incontrano per la prima volta nel terreno comune dello Studio Longo. Insieme, guardano in aria, immergono i loro pensieri nell’azzurro profondo, nella fresca leggerezza delle alture per parlare di qualcosa di molto terreno: il dolore.
In questa esposizione, la traccia di una ferita che si fa cicatrice, prima aperta e poi sanata, ci viene restituita nella bellezza luminosa di un giorno di sole. Un cielo che soffre è difficile da immaginare, e la trascendenza che questo limpido scenario dischiude è una promessa di utopica guarigione. La speranza di una sublimazione possibile si attualizza in un processo predefinito ma salvifico, che mira ad intercettare le cicatrici interiori – non più aeree ma incarante – dei visitatori, precisamente allo scopo di elevarle su un piano superiore, dove potranno essere osservate con lucido ma benevolo distacco.
Per Sofia Sotto Corona il cielo sotto cui viviamo le nostre esistenze, sotto cui indifferentemente si consumano ogni giorno piccoli e grandi drammi, diviene una tavolozza. Il luogo deputato al risorgere di questo taglio, di questo dolore.
Amedeo Longo, invece, offre un’interpretazione ironica di tale ferita, che viene mostrata svanire come la scia di un aereo. Un’incisione nel cielo, disegnata come attraverso un bisturi. La compattezza dell’azzurro fa presto a ricomporsi, e di questo disegno dolente si perde subito traccia. Il cielo non è la pelle, non ha né la sua sensibilità né la sua memoria.