Il designer canadese si è raccontato al pubblico e ha scelto RICCARDO QUATTROCIOCCHE come vincitore del RUFA Contest
Venerdì 18 novembre all’Auditorium del Massimo è andato in scena un RUFA Contest memorabile. Questo anno accademico ha avuto una partenza in grande stile, con l’Accademia che ha presentato alla città di Roma il designer canadese, eccentrico e bizzarro come non mai, il quale ha ripagato tutti con una performance collettiva iper-tecnologica per introdurre il tema scelto per questa edizione del concorso: How deep are your roots? Represent the courage to change (Quanto sono profonde le tue radici? Racconta il coraggio di cambiare). «Ho vissuto da piccolo a Roma, Londra, Toronto, Milano, New York: queste sono le mie radici», così ha cominciato Rashid il suo spettacolo. Brillante e visionario, conosciuto ai più per il suo tocco cromatico inconfondibile, quello del rosa, per il RUFA contest si è presentato invece con un outfit total white, portando subito lo spettatore al centro della sua ricerca: «Siamo nell’epoca digitale, viviamo uno scisma tra analogico e digitale. Dobbiamo essere più coscienti delle potenzialità della tecnologia, perché è un’evoluzione organica della natura stessa e arriverà tra un nanosecondo. Ma non voglio parlare del futuro, né della nostalgia del passato, tutto quello che possediamo è il presente».
LO SPETTACOLO
Ed è proprio la tecnologia, per Rashid, la base della creatività: «Dovete svegliarvi domani mattina e fare qualcosa che nessuna di quelle 7,4 miliardi di persone nel mondo ha mai fatto». Una filosofia che il designer ha abbracciato a 360 gradi e che rende le sue creazioni sinonimo di inventiva, estro e tendenza: dall’illuminazione (Artemide o Fabbian), all’arredo (Bonaldo o Vondom), all’hi-tech (Asus o Samsung) fino ai locali (Morimoto a Philadelphia; Hotel Semiramis ad Atene o l’Hotel Nhow a Berlino). Alcuni dei suoi prodotti, come vere e proprie opere d’arte, sono entrati a far parte delle collezioni più prestigiose del mondo, come il MoMa di New York, o arricchiscono luoghi pubblici di alcune città, come la monumentale decorazione della Stazione metro di Napoli “Università”.
Scorrendo alcune delle sue più significative creazioni, Rashid ha condotto lo spettatore all’interno della sua ricerca che ha sovvertito le regole del design con uno stile fatto di linee morbide e curve, rese prevalentemente con l’utilizzo di materiali come plastica e gomma: «Non credo nella griglia: sono simmetrico, organico, amorfo. Una linea retta non esiste in natura. Perché continuiamo ad andarle contro?». Proprio il tema della natura sembra essere un fil rouge nel pensiero di Rashid: «C’è un masterplan che ci ha condotto all’epoca digitale per sopravvivere, ci siamo arrivati per salvare la terra. Se vogliamo fare qualcosa di importante per il mondo, dobbiamo lasciare tutto ciò che è materiale, nell’era digitale tutto è dematerializzato. Il superfluo è un ostacolo alla vita reale. Questo significa libertà».
IL VINCITORE DEL CONTEST
Ma Rufa Contest non è solo uno spettacolo, è anche un momento di riconoscimento importante per gli studenti che frequentano l’Accademia. Come da nome, infatti, si tratta della conclusione di un percorso creativo che ha visto gli alunni Rufa confrontarsi con il tema di quest’anno.
Al termine dello show Rashid ha premiato il vincitore del RUFA Contest 2016, Riccardo Quattrociocche che ha convinto tutti con il video «Guardarsi»: «È stato molto difficile scegliere – ha spiegato il designer – ma questo video ha toccato il mio cuore. È emozionante, potente, durissimo, tutte le emozioni che l’arte dovrebbe regalare».
I PREMI SPECIALI
Quattrociocche non è stato l’unico studente a salire sul palco. Insieme a lui, sono stati premiati altri talentuosi giovani artisti dell’Accademia dai partner del concorso: Sky Arte Hd ha riconosciuto in «Contrattempo» di Elisa Selli un lavoro «diretto e artisticamente molto equilibrato»; Mtv ha scelto invece come premio speciale «Now I Am» di Gabriele Caterini: «Un’opera coraggiosa che incontra i nostri stessi valori»; Fandango ha selezionato il lavoro di Lorenzo Squarcia, «Going forward through the past»: «Il nostro lavoro è cercare nuovi talenti, è stata dura ma questo progetto si avvicina molto a quello che facciamo noi»; Olivetti ha fatto ricadere la sua scelta su «Il mio nome è Tarek», firmato da Claudia Rolando; Roberta Bartolomucci è invece il premio speciale Inside Art, con un’installazione da cui emerge un’interpretazione intelligente sul tema del contest. «Radici sociali», questo il titolo, è un’analisi incentrata sul concetto di memoria e relazioni nell’era dei Social Network; anche Radio Globo ha scelto Lorenzo Squarcia con «Going forward through the past». La menzione speciale della giuria, invece, consegnata dal direttore RUFA Fabio Mongelli, è stata data ad Alan Parroni con «Anywhere at home»: «Parroni è un vero talento – ha detto il direttore – ci ha colpito molto: del resto, chi non amerebbe mettersi in testa un vaso di Pandora e rivivere ricordi in tre dimensioni».
Una serata densa di emozioni, all’insegna della conoscenza: il design, grazie a Karim Rashid, è diventato più familiare.