Architettura effimera

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ARCHITETTURA EFFIMERA
OVVERO LA PERMANENZA DELL’IDEA
a cura dell’arch. Ottaviano Razetto
nell’ambito della lezione di Storia dell’Arte
della prof.ssa Genny Di Bert

Nella storia dell’architettura capita spesso di imbattersi in due opposti orientamenti: da un lato è chiara la volontà di perseguire una PERMANENZA DEL SEGNO attraverso una durata nel tempo dell’architettura per mezzo della sua persistenza materiale. Dall’altra una PERMANENZA DELL’IDEA che è piuttosto conseguita attraverso la permanenza del pensiero che non è tanto raggiunta attraverso la permanenza materiale ma attraverso la forza dell’idea e del pensiero. Anzi, in taluni casi, solo la precaria fugacità del tempo può donare una forte persistenza della memoria.
Da ciò si spiega l’apparente ossimoro effimero/permanenza che in realtà non è tale perché il primo termine è semmai da ritenersi riferente alla sua durata materiale mentre il secondo alla sua memoria e forza. A ben vedere poi il termine effimero, nell’accezione più vasta, non è neppure un termine da ricondurre tout court al concetto di tempo e quindi alla precarietà materiale dell’architettura ma semmai è un peculiare modo di sviluppare e concepire l’architettura stessa. Per tale ragione parliamo di “architettura effimera” non semplicemente attribuendole un valore di temporaneità. L’architettura effimera è qualche cosa di altro che coinvolge il modo stesso in cui è concepita, un diverso linguaggio e una diversa matrice espressiva.
La lezione partirà dall’illustrare questi due diversi orientamenti portando vari esempi di reale confronto attraverso le opere di Louis Kahn, Melnikov, Le Corbusier, Carlo Scarpa ma anche esempi meno noti come le abitazioni di fango del Centro Africa.
Si cercherà di pervenire ad una definizione più puntuale di quelle che sono le caratteristiche dell’architettura effimera e si cercherà di dimostrare che in certi casi l’effimero è un concetto più filosofico che non legato alla durata temporale del manufatto.
La lezione terminerà con la presentazione di alcuni lavori dell’arch. Ottaviano Razetto (restauri, interior design e allestimenti di mostre) in cui l’effimero è uno spunto per un diverso linguaggio architettonico.

27.05.2013
Via Taro, 14‎ 00199 Roma

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