Le sculture di fuoco dello street artist e la pop art: una sintesi della scena newyorkese degli anni ’70
Il 30 gennaio inaugura a Formello la grande mostra “Buggiani/Haring, U.S.A e getta”, fino al 20 febbraio, nella Sala Orsini di Palazzo Chigi, a cura di Giorgio de Finis. Si tratta di un progetto che vede come protagonista Paolo Buggiani, con le sue performance animate dalle sculture di fuoco che dialogano con i disegni di Keith Haring degli anni Ottanta. Buggiani, colpito profondamente da quelli che vengono chiamati subway drawings di Haring (che raccontano, con uno stile inconfondibile, un mondo dominato dal denaro e dai media e minacciato dall’apocalisse nucleare), si riconosce nel codice di un’effimera street art. Amico, oltre che estimatore, di Haring, grazie a Buggiani è arrivato a noi gran parte del materiale artistico dell’artista statunitense. I subway drawings, ad esempio, sono il risultato del lavoro dei primi anni di attività dell’artista, quando lo sconosciuto street-artist mostrava il suo modo di vedere le cose direttamente nella metropolitana di Manhattan. Nella mostra si possono così trovare facilmente similitudini tra gli angeli disegnati da Haring e l’Icaro di Paolo Buggiani, o tra gli “uomini-cane” del primo e i minotauri del secondo, in un parallelo concettuale e formale che restituisce il clima della scena underground newyorkese di quegli anni, con i suoi indimenticabili protagonisti.