Penso alla vita come a una totale assenza di cultura, qualcosa che non ci è più familiare, che è fuori dai confini (letteralmente) e dalla nostra
concezione. Per me, anche se non è sempre così, gli aspetti negativi e i difetti sono garanzia di sincerità. Mi rifaccio superficialmente a discipline scientifiche perché non interpretano quasi mai e, se lo fanno, sono trasparenti a riguardo. Aiutano a capire certi movimenti ma non toccano mai il problema dei motivi finali. Questa è una pratica delle cose imperfette. Il mio lavoro nel suo intento di astenersi dal dare risposte cerca di elevarsi alla perfezione.