Nuovo appuntamento del format “Fashion & Sustainability – Let’s Talk”.
Guenda Cermel, coordinatrice del corso in Sustainabale Fashion Design, ha avuto l’opportunità di confrontarsi con Alberto Racca, CEO di Gruppo Miroglio.
Nasce a Torino nel 1989. Da dicembre 2019 è CEO del Gruppo Miroglio, azienda leader nel settore abbigliamento con un fatturato di 600 mio/€ che opera attraverso più di 1000 negozi, dopo aver inizialmente ricoperto l’incarico di Strategy and Transformation Director. In questo momento sta gestendo un delicato piano di trasformazione per fronteggiare gli effetti economici del covid 19, ottimizzare i processi e gettare le basi per la crescita dell’azienda.
Dal 2012 al 2016 è Consulente presso McKinsey & Company-Italy e si focalizza su progetti di turnaround ai quali si appassiona. Nasce da qui la consapevolezza di quanto un progetto di trasformazione ben gestito possa velocemente cambiare il destino di un’azienda e dei suoi dipendenti. Dal 2016 al 2018 ricopre l’incarico di Investment Professional per Pillarstone, una piattaforma di KKR che contribuisce con capitale e competenze a supportare aziende in difficoltà nel processo di turnaround. Alberto si focalizza sulla costruzione di piani di turnaround e sulla loro traduzione in realtà, lavorando fianco a fianco col management delle aziende.
Ha studiato Managerial Economics alla London School of Economics e conseguito l’MBA alla London Business School.
Che competenze di sostenibilità deve avere un designer per lavorare con voi? In che modo il vostro recruiting sta già riflettendo su questa direzione?
Di seguito l’elenco delle competenze legate alla sostenibilità che vengono valutate nella selezione dei nostri designer.
Competenze tecniche:
• Conoscenza di strumenti tecnologici come Photoshop, Illustrator e CLOE3D per creare moodboard e prototipi in 3D evitando l’utilizzo di carta/tessuti e il trasporto dei prototipi “fisici”;
• Conoscenza dei materiali/tessuti: sapere quali tessuti hanno meno impatto sull’ambiente (per es.cotone vs poliestere);
• Conoscenza delle diverse tinture: tinture naturali vs chimiche e il loro rispettivo impatto sull’ambiente;
• Conoscenza del mondo del commercializzato e industrializzato, quindi dei diversi fornitori e laboratori (sfruttamento minorile: questo non è tanto in linea con la sostenibilità green ma con la sostenibilità sociale, che però sono sotto lo stesso cappello);
Competenze soft:
• Aderenza alla filosofia green anche fuori dal lavoro;
• Creatività nel saper mixare/riutilizzare tessuti e materiali già in possesso2 Nel 2020 avete lanciato A Green Story, una capsule realizzata con materiali sostenibili e che introduce nuove logiche di upcycling creativo.
Cosa vi ha insegnato questa esperienza e come, eventualmente, intendete svilupparla?
Lo sviluppo di capi sostenibili sulla maggior parte della collezione è un processo inevitabile, soprattutto quando pensiamo a determinate categorie (e.g. denim). L’ attenzione alla sostenibilità non si deve però limitare alla sola ricerca di materie prime (e.g. poliestere riciclato) ma anche alla filiera produttiva attraverso la quale vengono confezionati i nostri articoli (risparmio
energetico / idrico / Co2). L’ultimo passo è la minimizzazione dell’impatto dei trasporti e del packaging dei nostri prodotti.
Miroglio ha sempre svolto un ruolo inclusivo verso tutte le fisicità, dedicando più brand alle taglie over. Come sta evolvendo l’attenzione a tutti i tipi di corpi, anche a livello di immagine e comunicazione?
Il Gruppo Miroglio, fin dalle sue origini, ha sempre avuto un approccio inclusivo rispetto alla moda. Infatti, molto prima che l’inclusivity/diversity diventasse una tendenza, il nostro Gruppo ha seguito percorsi creativi diversi dedicando focus e attenzione proprio a quelle donne che il resto del sistema moda ignorava, cioè le donne reali, quelle che non indossavano una perfetta taglia 42. Lo ha fatto dedicando alcuni dei suoi brand più importanti alle donne curvy, come ad esempio Elena Mirò e Luisa Viola, per citarne alcuni fra i più importanti.
Il rapporto fra i corpi e la moda è da sempre la chiave di volta intorno alla quale ruota il lavoro degli stilisti, ed è una relazione che si è evoluta nel tempo, e continua a mutare tuttora. La “rivoluzione inclusiva” di oggi, che vede la rappresentazione di tutti i tipi di corpo, e anche di genere, da parte dei brand della moda (anche e soprattutto del lusso) per il Gruppo si è già attuata 30 anni fa, e ora è ad un nuovo punto di svolta.
Elena Mirò, ad esempio, è nata con lo scopo di dare la possibilità di vestire bene a tutte quelle donne che negli anni ’80 non erano servite dal mondo della moda. Volevamo portare stile ed eleganza laddove gli stilisti non guardavano. Questo ha fatto sì che per molti anni a seguire ci focalizzassimo sulle taglie meno coperte per far sentire anche quelle donne incluse nel mondo della moda.
Ora ci siamo accorti che il nostro modo di agire, ancorché guidato dai migliori intenti, non faceva altro che andare inconsciamente a rafforzare quelle divisioni che tanto fortemente volevamo combattere. Da qui la scelta di Elena Mirò di ampliare le taglie: per dire una volta per tutte basta agli stereotipi e alle ghettizzazioni, per smettere di classificare le donne in base al corpo, per vestirle davvero tutte. Considerare le donne in quanto tali, nella loro unicità.
La moda non ha età, né peso, né colore, e di fatto oggi assistiamo a una vera e propria “rivoluzione dei corpi”. Non solo modelle curvy, ma anche e soprattutto corpi e volti unici e imperfetti: le differenze sono ciò che ci rende più interessanti e tutte uniche, in qualche modo perfette, tutte parimenti degne di essere rappresentate.
Miroglio è un gruppo che lavora in sinergia con realtà locali e globali. Quando si tratta di traghettare verso la sostenibilità fornitori del Far Est, come si innesca il cambiamento dei processi verso una riduzione dell’impatto?
Tutti i fornitori – soprattutto Far East – sono valutati, sia per il loro prodotto che per le fabbriche in cui producono. In particolar modo, quando ci sono richieste di produzioni eco-sostenibili, il fornitore deve poter dichiarare in trasparenza la tracciabilità di tutta la sua filiera. Ciò avviene attraverso certificazioni rilasciate da Enti ed Organizzazioni riconosciute internazionalmente e specializzate, che certificano tutti gli standard minimi qualitativi di produzione dei prodotti sostenibili, dalla materia prima al prodotto finito. Queste certificazioni si diversificano a seconda del prodotto trattato: dall’organico (GOTS, OCS), al riciclato (GRS/RCS), o prodotto eco-friendly (Less Water Wash per Denim ed ECOVERO per viscose). A questo si può aggiungere l’RDS per la certificazione dei capi in vera piuma. Miroglio dunque richiede ai fornitori questi
certificati e la dimostrazione della tracciabilità dei prodotti acquistati sostenibili.
Internamente, l’impatto sulla sostenibilità può essere supportato anche con il processo delle approvazioni dei campioni in 3D. Grazie al 3D, si riproducono fedelmente tutti i capi su avatar, con il loro tessuto/colore ed è possibile anche attuare sdifettamenti a lunga distanza con i fornitori che utilizzano la stessa tecnologia.
Una delle società del gruppo Miroglio produce stampe digitali su tessile con una nuova tecnologia che permette un enorme risparmio d’acqua. Come arriva al cliente finale un tale contenuto di innovazione e sostenibilità?
Sublitex, società del Gruppo Miroglio, stampa tessuti di poliestere per il mercato fashion, sport e arredamento fin dal lontano 1976 con la tecnologia sublimatica che non impiega acqua. Da quest’anno stiamo sperimentando la stampa diretta sugli altri tessuti tramite un processo water free che permette di risparmiare 30-40 lt di acqua al metro rispetto alle tecnologie di stampa digitale diretta che necessitano di preparazioni e lavaggi. Sublitex sta utilizzando questa tecnologia per le stampe di THECOLORSOUP, online brand di tessuti con stampe personalizzate e nella nuova collezione SUBLITEX URBAN. Tale innovazione viene presentata ai nostri clienti dalla nostra rete vendita e in fiere di settore, nonché attraverso i canali social Sublitex.