Scultura e installazione

DISTANT INVENTIONS

Nicolas Pallavicini | Emiliano Coletta

24 maggio – 18 luglio 2025
Vernissage: 23 maggio 2025
Quittenbaum Gallery, Theresienstr. 58 Monaco di Baviera

La mostra DISTANT INVENTIONS invita il pubblico a immergersi in momenti di rievocazione. Come ha teorizzato Walter Benjamin, l’essenza delle cose si è ritirata in spazi difficili da afferrare. Nicolas Pallavicini ed Emiliano Coletta esplorano, attraverso un dialogo tra pittura e scultura, le forme che le cose possono assumere quando vengono osservate con il distacco proprio del ricordo.

Per Nicolas Pallavicini, nato nel 1976 a Buenos Aires, il tema cardine è il paesaggio, che egli elabora come metafora della disorientante condizione percettiva dell’osservatore contemporaneo. Nelle sue grandi tele, Pallavicini scompone i panorami in frammenti, smembra gli orizzonti, li astrae e li ricompone in collage, per giungere infine a una sorprendente sintesi compositiva di dettagli, alternando profondità prospettiche a superfici cangianti. Attraverso una tecnica pittorica sviluppata autonomamente, riesce a rimuovere porzioni della pittura come fossero decalcomanie, rivelando la trama della tela sottostante. In questo modo, sottolinea la natura illusoria dell’immagine pittorica e sollecita nello spettatore una sensibilità acuta verso ciò che è vero, effimero e ingannevole.

Il medium privilegiato di Emiliano Coletta, docente RUFA, nato a Roma nel 1974, è la scultura, che per lui diviene veicolo di esperienze emotive individuali e di concetti poetici, filosofici e critico-sociali. A Monaco presentiamo un’ampia selezione della sua produzione ceramica, caratterizzata da un’intensa gestualità e da un notevole impegno fisico. Coletta modella, getta e torce l’argilla fino a ottenere una tensione plastica tra una base di matrice architettonica e un corpo o un elemento somatico espressivo e vibrante. La serie delle Bagatelle nasce da opere incompiute dei suoi studenti, che l’artista rielabora per donare loro una nuova, compiuta identità. Il suo uso sperimentale di smalti vivaci e cromie delicate accresce l’impatto espressivo e la plasticità delle forme.

Per la mostra di Monaco, Coletta si è immerso nella dimensione letteraria del Dadaismo, leggendo diari e poesie di Hugo Ball e della sua compagna Emmy Hennings. Le idee anarchiche ed evasive di questi due protagonisti storici trovano una riflessione attuale nelle sue sculture, che rispecchiano consapevolmente un presente segnato dalla paura del conflitto e da un teatro politico sempre più assurdo.