Camilla Gurgone è la quarta vincitrice di JaguArt 2021. “JaguArt – The Italian Talent Road Show”, alla ricerca di giovani talenti è un progetto nato dal dialogo tra Artissima e Jaguar Land Rover Italia.
“JaguArt”, nel corso degli anni, ha saputo ritagliarsi uno spazio sempre più rilevante nei confronti dell’arte contemporanea e soprattutto verso coloro che ne saranno i protagonisti negli anni a venire. Del resto Jaguar ha sempre ricercato, come propria visione e missione, lo stile, il design e la sperimentazione. In quest’ottica la collaborazione con Artissima, la prima fiera internazionale d’arte contemporanea in Italia e tra le dieci migliori al mondo, trova massimo riscontro.
Tra i cinque giovani artisti in gara la giuria – composta da Ilaria Bonacossa, direttrice di Artissima, Ilaria Gianni, curatrice, Paola Capata, direttrice della galleria Monitor – ha selezionato come vincitrice Camillla Gurgone con il lavoro “Tachilalia”, per il carattere fortemente ironico e pop dell’opera, per la sua capacità di svelare e giocare con le forme ovvie e conosciute del quotidiano, dando loro nuova vita e significato poetico.
L’artista si è così aggiudicata l’opportunità di presentare la propria ricerca presso gli spazi della galleria Monitor, che da sempre rivolge la propria attenzione ad artisti emergenti internazionali, esplorando diverse pratiche dalla scultura all’installazione, con una profonda attenzione al video.
L’artista
Giovanissima, è nata nel 1997, Camilla Gurgone racconta i limiti e i paradossi dell’uomo attraverso ambienti e luoghi comuni che mettono in crisi la società nelle sue diversità. Il suo lavoro inizia dalla volontà di annotare il proprio quotidiano e di crearne un racconto mediante la catalogazione di eventi e la loro trasformazione in sistemi estranianti da un mondo interiore universale.
L’artista lavora prevalentemente con installazioni a cui sono precedute azioni performative compiute in solitudine, ma pensa i suoi progetti in funzione del pubblico che lei critica ed esorta a mettersi in gioco nello stesso tempo. L’intenzione è quella di abbattere la distanza tra il reale e il fittizio, tra ciò che è e ciò che appare.
Riproducendo in maniera artificiale gli ambienti, lo spettatore si trova all’interno di un’illusione alienante e coinvolgente al punto da non capire più che si tratti di finzione, diventando il co-conduttore di un esperimento sociale attraverso la propria libertà e la sua totale soggettività, fondamentale per lo sviluppo e l’evoluzione dell’opera.
Partecipare alle installazioni di Camilla Gurgone significa far parte di un gioco in bilico tra rischio/sicurezza, fiducia/diffidenza.
L’opera
Da Monitor, l’artista presenta “Fake Dummy”, una delle opere della serie “Metodologia dell’imbroglio”, installazioni attraverso cui si raccontano numerosi trucchi di imbroglio (dai classici bigliettini cartacei all’utilizzo di webcam e cavi hdmi) che intere generazioni di giovani hanno escogitato per copiare durante un compito in classe, evolvendosi nel tempo in vere e proprie arguzie con il subentro della tecnologia.
L’installazione prevede l’esposizione di un cellulare fake dummy e di un cellulare identico riprodotto in ceramica (senza gesso) con uno screenshot del portale d’acquisto del fake dummy (al posto di “con allegata la ricevuta dell’acquisto” del fake dummy).