Si intitola “Mongolia Felix” l’ultima fatica fotografica e letteraria del docente RUFA Michele Palazzi nella duplice veste di coordinatore della Scuola di Fotografia e audiovisivo. Inserito nella collana “Quaderni” per Origini edizioni, il volume esprime, sulla base del concetto del viaggio, il percorso nel quotidiano di alcune famiglie della regione del Gobi, in Mongolia, dove la pastorizia, che è stata la principale fonte di sostentamento per secoli, è da qualche decennio in forte arretramento.
Come contro altare viene raccontata, inoltre, la vita della capitale Ulaan Baatar, molto più vicina a quella dei paesi legati a società ed economie consumistiche. Da una parte chi ha scelto di proseguire la tradizione della steppa, nonostante tutte le difficoltà; dall’altra chi ha preferito tentare la sorte nelle metropoli, scontrandosi con la realtà di uno spazio degradato e invaso dagli inarrivabili modelli culturali occidentali.
Ma “Mongolia Felix” è anche un percorso dell’anima di chi ha trovato, in questo Paese lontanissimo e poco conosciuto, gli archetipi della sua infanzia, della sua storia familiare, delle sue origini, come testimonia Giovanni Lindo Ferretti nel testo finale del libro.
Le parole, come nella logica delle cose quando si parla di un fotografo, si alternano alle immagini, restituendo un insieme che coinvolge e appassiona, consentendo quasi di immedesimarsi non solo nei luoghi, ma anche nelle situazioni.
Per Michele Palazzi, rappresentato dall’Agenzia Contrasto e vincitore nel 2015 del “Word Press Photo” si tratta di un’esplorazione non banale dentro sé stesso e soprattutto nell’espressionismo artistico che rappresenta.